
Tutti i KPI di una strategia SEO
Misurare i risultati di una campagna SEO è di fondamentale importanza per comprendere appieno quanto la strategia utilizzata sia stata efficace. A tal proposito, i KPI, acronimo di Key Performance Indicator, servono proprio a questo: possono essere usati non solo come uno strumento di controllo delle performance, ma anche come un mezzo di pianificazione che aiuta a programmare le attività future in un’ottica di miglioramento.
Cos’è vuol dire SEO?
Prima di addentrarci nella trattazione, chiariamo brevemente cosa si intende per SEO e perché è così rilevante. SEO è l’acronimo in lingua inglese di Search Engine Optimization che, tradotto nella nostra lingua madre, sarebbe “ottimizzazione per i motori di ricerca”. Si tratta quindi di una strategia di digital marketing che accomuna una serie di tecniche finalizzate ad aumentare la visibilità di un sito web, migliorandone il posizionamento tra i risultati organici o puri (e quindi non a pagamento) su Google e altri motori di ricerca.
Leggi anche: strategia digital marketing
La strategia in ottica SEO riguarda diversi aspetti di un sito web: l’ottimizzazione della struttura del sito, del codice HTML, dei contenuti di testo, la corretta gestione dei link sia in entrata che in uscita. Sono quindi molti gli aspetti da curare per attuare una strategia efficace, tuttavia i contenuti sono in realtà la parte più importante della SEO… non scordiamoci il mantra “Content is the King”! È necessario che un website possieda contenuti ritenuti utili e interessanti, che abbiano un valore per i loro fruitori. A tal proposito, la prima fase strategica è incentrata sulla scelte delle keyword, ossia le migliori parole chiave da utilizzare. L’ideale sarebbe individuare molte keyword ad hoc per avere un tasso di conversione maggiore, come ben esplicita la “teoria della coda lunga” di Chris Anderson. Ma questo è soltanto uno dei tanti pezzi del puzzle per costruire una strategia SEO completa e strutturata.
KPI: misurazione del successo SEO
Come già ricordato, la misurazione dei risultati è l’ultimo dei passaggi fondamentali per ottimizzare e posizionare un sito web nei motori di ricerca. Diverse sono, infatti, le variabili che entrano in gioco in una campagna SEO: le campagne di successo si fondano su un sistema di controllo che permetta di garantire che il lavoro svolto produca determinati risultati. In questi termini, i Key Performance Indicator o KPI sono di grande aiuto per identificare ciò funziona e fungono da sistema di allarme preventivo per ciò che non sta andando come previsto.
Senza KPI non si è in grado di monitorare passo passo i progressi della campagna SEO, e quindi non si è del tutto coscienti se i nostri sforzi abbiano dato i loro frutti. È chiaro a tutti che una campagna SEO richiede tempo per dare risultati e ritorni economici ma impostando dei KPI si ha una visione più concreta per dimostrare l’influenza che la strategia sta avendo sul business.
Classificazione dei KPI per la SEO
Per prima cosa bisogna categorizzare i proprio KPI, perché variano in base agli obiettivi di ciascun business: ad esempio, chi lancia un nuovo prodotto ha intenti ben diversi rispetto a chi vuole aumentare le vendite di un determinato bene o servizio.
Quindi, gli obiettivi possono essere così classificati:
- Awareness: aumentare il grado di conoscenza da parte del pubblico del brand, prodotto o servizio
- Engagement: stimolare il coinvolgimento della propria audience
- Conversion: generare qualsiasi tipo di lead, dai nuovi contatti all’incremento delle vendite.
Un altro modello utilizzato per classificare i vari KPI è il famoso “VQVC”, acronimo che sta per “Volume, qualità, valore e costo” che si basa su quattro metriche che hanno un reale valore della campagna SEO:
- Volume: numero di visitatori unici e complessivi, visualizzazioni di pagine, ecc.
- Qualità: frequenza di rimbalzo, durata della navigazione, pagine per visita
- Valore: determina il valore economico di una visita o lead di conversion
- Costo: onere volto a generare un lead o una vendita tramite l’attività SEO
Questi sono solo alcuni degli step da seguire per redigere un piano che meglio di adatta ai requisiti di reportistica e analisi di ogni business, con caratteristiche e obiettivi ben diversi e specifici.
I KPI da monitorare per misurare il successo di una campagna SEO
Sono moltissimi i KPI da monitorare regolarmente per avere una visione completa dell’andamento della propria campagna SEO. Tuttavia elencarli tutti potrebbe generare confusione, per questo abbiamo fatto una selezione dei principali KPI che non possono mancare in una campagna SEO ben formulata e strutturata:
- Traffico organico: SEO KPI che quantifica il traffico di un sito proveniente dai risultati non a pagamento dei motori di ricerca che può essere misurato utilizzando Google Analytics.
- Posizionamento delle Keywords: monitorare il posizionamento delle parole chiave inerenti al proprio business è una metrica importantissima che consente di avere una quadro sull’andamento della campagna e valutare se mettere in atto o meno misure correttive. Esistono diversi tool, come Seozoom o Semrush, che permettono di tenere traccia dei posizionamenti delle proprie keyword nelle SERP.
- Frequenza di rimbalzo: questo non è un KPI totalmente negativo perché dà modo di ragionare sul perché un utente abbandona il tuo sito senza aver intrapreso alcuna azione. È dunque una misura importante per valutare se il contenuto che proponiamo è in grado di coinvolgere il visitatore e quanto la query di ricerca sia congrua per il posizionamento.
- Tempo medio sulla pagina: è ovvio che più tempo l’utente trascorre su un sito più sarà coinvolto, e di conseguenza ci sono maggiori possibilità che passi all’azione. Per questo è necessario misurare questo tipo di tempistica e considerare una strategia per aumentarlo qualora il valore sia basso.
- Velocità di caricamento: gli utenti del web sono diventati sempre più impazienti per cui se un sito è troppo lento, lo abbandonano all’istante senza pensarci due volte. Perciò la velocità di caricamento delle pagine è una metrica fondamentale tant’è che Google tende a penalizzare i website che impiegano più di 3 secondi nel caricamento.
- Impression: SEO KPI molto rilevante perché misura tutte le volte che il nostro sito compare nella SERP per una determinata query di ricerca. Se il nostro link non viene cliccato abbastanza o del tutto vuol dire che c’è qualcosa da migliorare e questo KPI è un buon mezzo per valutare il nostro potenziale di crescita.
- Conversioni: per conversione non si intende la mera vendita ma piuttosto qualsiasi azione che può compiere un utente sul sito web, ad esempio l’iscrizione alla newsletter, il download di un pdf, la richiesta di un contatto, fino all’acquisto di un prodotto. Misurare e monitorare le conversioni organiche dimostra di aver stimolato l’utente tanto da generare una sua azione, quindi può essere in qualche modo sinonimo di successo.
In definitiva, prima di lanciare una qualsiasi campagna SEO è buona prassi impostare KPI e metriche in grado di monitorare gli obiettivi e, quindi, l’efficacia di tale campagna. Come abbiamo visto, i SEO KPI ci aiutano a mettere a fuoco i risultati che vogliamo ottenere, monitorare continuamente l’andamento delle nostre prestazioni così che i nostri sforzi siano ripagati dal successo del progetto. Sebbene esista un’infinità di KPI, ogni marketer dovrà scegliere quelli che più si adattano al proprio business e di conseguenza agli obiettivi da raggiungere, che siano di awareness, engagement o conversion. Quello che conta è impostarli e analizzarli costantemente per verificare che le azioni messe in atto portino agli obiettivi sperati oppure, in caso contrario, intraprendere in corsa azioni correttive.